Referenze

Consolidamento del carcere Borbonico di Santo Stefano

Il sistema πŽπ‹π˜ 𝐓𝐄𝐗 π€π‘π€πŒπˆπƒπ„ πŸ’πŸŽπŸŽ π”ππˆ-𝐀𝐗 π‡πŒ con tessuto in πŸπ’π›π«πš 𝐝𝐒 𝐚𝐫𝐚𝐦𝐒𝐝𝐞 Γ¨ stato utilizzato per il consolidamento del Carcere Borbonico di Santo Stefano, essendo particolarmente adatto al consolidamento di strutture in muratura grazie al ridotto modulo elastico e alle peculiari caratteristiche fisico meccaniche dell’aramide.
Il carcere borbonico di Santo Stefano Γ¨ un ex penitenziario situato sull’isola di Santo Stefano, parte dell’arcipelago delle Isole Pontine, di fronte alla costa del Lazio (vicino a Ventotene). È uno dei piΓΉ importanti esempi di architettura carceraria del periodo borbonico e un luogo simbolico della storia penale e politica italiana.
Fu costruito tra il 1795 e il 1797 per volere del re Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, come carcere di massima sicurezza per detenuti comuni e, successivamente, politici.
Il progetto Γ¨ attribuito all’architetto Francesco Carpi, che adottΓ² un modello ispirato al pensiero illuminista e panoptico (sorveglianza totale da un punto centrale).
La prigione Γ¨ a pianta semicircolare, con celle disposte in modo da poter essere controllate da un unico punto di osservazione, secondo l’ideale panottico elaborato da Jeremy Bentham.
Il carcere fu chiuso nel 1965. e da allora Γ¨ rimasto abbandonato per molti anni, anche se ha mantenuto un grande valore storico, simbolico e architettonico. Negli ultimi anni, lo Stato italiano ha avviato progetti per il restauro e la valorizzazione del sito, anche con fondi europei. È in corso un progetto per farne un centro di studi sulla detenzione, la giustizia e i diritti umani. L’intervento di recupero si colloca nell’ambito del progetto per il miglioramento della fruizione di questo importante sito culturale italiano.